Sovraffollamento Suicidi Disagi: la denuncia di Antigone sulle Carceri
Le carceri in Italia scoppiano, sovraffollamento a livelli di guardia
Cosa sta succedendo nelle carceri italiane, da settimane i detenuti di diversi istituti, dal Piemonte alla Sicilia, protestano per il caldo insopportabile e il sovraffollamento delle celle.
Nelle carceri italiane sono recluse molte più persone della loro capienza prevista, e il caldo degli ultimi giorni ha reso ancora meno vivibili le celle. Un po’ ovunque in Italia i detenuti protestano per il trattamento degradante a cui sono sottoposti. Sabato sera nel carcere La Dogaia di Prato, in Toscana, si è suicidato un uomo di 27 anni, il sessantesimo dall’inizio dell’anno. Nella notte tra venerdì e sabato nello stesso carcere una ventina di detenuti del reparto di media sicurezza aveva organizzato una protesta per denunciare le condizioni di detenzione.
Nell’ultimo fine settimana in molte altre carceri ci sono state proteste per lo stesso motivo. Tra venerdì e sabato a Regina Coeli, a Roma, alcuni detenuti si sono rifiutati di entrare nelle celle a causa delle temperature eccessive: hanno bruciato dei materassi e rotto alcuni tavoli. Circa trenta detenuti sono stati poi trasferiti in altri istituti penitenziari. Domenica a Vibo Valentia, in Calabria, i detenuti hanno protestato perché per due giorni non ci sarebbe stata l’acqua potabile. A Velletri, nel Lazio, sono stati incendiati materassi e distrutte telecamere di sorveglianza: anche in questo caso la protesta è iniziata quando i detenuti si sono rifiutati di rientrare nelle celle. Lo stesso è successo a Biella, in Piemonte, e a Rieti, sempre nel Lazio. A Caltagirone, in Sicilia, alcuni detenuti sono saliti sui tetti dopo la morte di un compagno per cause naturali; a Terni 55 persone detenute hanno organizzato una protesta pacifica contro il sovraffollamento.
La scorsa settimana c’erano state proteste a Trieste, dove i detenuti avevano lanciato per strada alcuni oggetti e avevano dato fuoco ad alcuni arredi, provocando un incendio spento in pochi minuti dalle guardie carcerarie. Nel primo pomeriggio di giovedì avevano protestato i detenuti nel carcere di Cuneo, in Piemonte, seguita alla protesta di 250 detenuti nel carcere Lorusso e Cotugno di Torino. Mercoledì 10 luglio c’era stata una protesta anche nel carcere di Viterbo, in Lazio, iniziata dopo la morte di un detenuto di 32 anni, e giovedì 18 luglio ce n’era stata una simile al carcere di Sollicciano, a Firenze, cominciata a seguito del suicidio di un detenuto di vent’anni e alla quale avevano partecipato circa 80 detenuti. La maggior parte di loro, detenuta in sezioni dichiarate inagibili, era stata trasferita in altre carceri.
L’associazione Antigone, che dal 1991 si occupa dei diritti dei detenuti, ha denunciato per l’ennesima volta il sovraffollamento, il caldo e in generale le pessime condizioni di reclusione, problemi segnalati ciclicamente negli ultimi anni. Lo ha fatto con un nuovo dossier che contiene diversi dati. Il livello di sovraffollamento nazionale, si legge, ha raggiunto il 130%, ma in 56 carceri italiane – un quarto del totale – è superiore al 150% con picchi di oltre 200%. Significa che 200 persone vivono in celle dove dovrebbero starcene 100. E anche nelle carceri dove il tasso di affollamento rientra nei limiti, quasi sempre il dato risulta falsato da spazi chiusi per via di lavori di manutenzione o semplicemente perché inagibili: sulla carta ci sono, in pratica no, con conseguenze sull’affollamento.
Il tasso di affollamento nelle carceri italiane Dati aggiornati al 30 giugno 2024
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